Jasolino a suo tempo numerava in Ischia 19 sudatori o stufe, ed erano:
1. Quella del Castiglione ch’esiste tuttora (106).
2. Quelle di Cacciutto alle coste di Monte Taborre, dette di Cacciutto perché trovavansi in un podere di un tale di cognome Cacciutto (107) (108).
3. Quella di Negroponte in Casamicciola.
4. La stufa del Sasso ivi.
Ai tempi del Jasolini il lido si chiamava Piaggia Romana vicino alla città - Qui era il delizioso giardino, di
D. Giovanni di Guevara detto il Ninfario o Ninfeo, per l’eccellente copia di frutti . V. Jasolino - De rim. nat.
ec. cap. 49 pag. 229.
(105) Sarà riportato nella 4a parte di questa storia il racconto del Boccaccio in rapporto al ratto della figlia
del Governatore, avvenuto presso la fonte dell’acqua dei Sassi quando l’Isola d’Ischia erasi emancipata
dagli Angioini, e passata sotto gli Aragonesi di Sicilia.
(106) Si trova questa stufa sul promontorio del Castiglione alla cui radice sgorga 1’acqua di questo nome.
Consiste in due casipole dette, superiore ed inferiore nel cui interno si veggono dei crepacci
pei quali esce il vapore - Nella prima il termometro si estolle a 45 gradi e nell’altra a 40 gradi, stando
l’atmosfera al 21.
(107) Il Ziccardi il nome Cacciuto lo fa derivare dal greco e lo traduce prope cavitates ma il Jasolini che
visse più di due secoli prima dello Ziccardi, non seppe scovrire questo nome greco; ma disse il sudatorio
Cacciuto perché posto in un giardino di un tal di cognome Cacciuto - cognome ch’esiste tuttora nell’Isola.
(108) Sono quattro stanzette quasi rovinate poco discoste da punta Perrone, ivi si giunge lasciando la strada
che da Casamicciola porta al Castiglione, e quindi immettendosi in un viottolo sempre più malagevole ed
ingombro di lava come più si approssima alla fine. Il termometro segna 57 gradi; ma queste stufe sono quasi
abbandonate sia per la troppa quantità di vapore, sia pel troppo alto grado di temperatura.
51
5. La stufa di Gurgitello, di rimpetto lo stabilimento del Monte della Misericordia (109).
Tempo dietro - diceva il Jasolino - accosto a questa stufa si osservavano i ruderi della casa di una
tale Nizzola, da cui si dicea volgarmente, che prendesse origine Casa-Nizzola, indi Casa-Mice, poi
Casa-Micciola.
Questa vecchia di cognome Nizzola discendente dalle antiche colonie, avea in un suo fondo questa
stufa, della quale si servì per la cura di una gamba fratturata, che le venne risanata, perciò prese rinomanza questa stufa, e comunemente si additava, indicandosi “alla casa di Nizzola”, da cui poi si
distese il nome alla contrada e si disse Casanizzola (110).
6. Stufa di San Montano - oggi di San Lorenzo, posta sul pendio occidentale che conduce a Forio
dal Lacco (111).
7. Stufa di Sant’Angelo, posta in un sito che si appellava la ficara presso l’Olmitello.
8. Le due stufe di Testaccio, della cui efficacia, e della fama che godeano il Jasolino ed il Solenandro ne parlarono profusamente (112).
(109) II Solenandro nella descrizione delle stufe dell’Isola di Ischia per quanto ne sappia dire il Jasolino,
lasciò scritto così: Sudatorium casa Mezzolae vocatum est in colle non procul a Mezula, vico supra fontem
calidum Gurgitellum, alias in usu fuit, nunc in nullo honore est, terra obturato cuniculo, et latiusculo saxo
coopertoque detracto vehementem expirare calorem, absconditi ignis judicium vidimus. V. Solenandro delle
caus. del Cal. lib. II. e VIII. II de Rivaz. nel riportare questo passo invece dice: Sudatorium Casa-Nizzulae
in colle non procul a Nizzulae - Errore forse di traduzione. Vedi Descrip. des Eaux miner. - Terni. 6 ediz.
pagina 92 n. 1.
(110) II Dottor Giovannandrea d’Aloysio racconta con più precisione la cronaca della prima abitratrice
risanata. Egli dice che Giovanni d’Elisio nell’opera delle acque d’Ischia cap. VI, avea ricavato da un’iscrizione ritrovata nel sudatorio del Cuotto, che Nisula e non Nizzula l’antica madrona riportò la guarigione
delle sue gambe - Nizzulae sudatorium inventum est a quodam anno in rure suo, quae a fractione tibiarum
cum eo liberata est. Questa leggenda non è accettata dalla critica come si svilupperà nella 4” parte di questa
Storia al cap. 3.
(111) Sono queste le stufe più praticate dell’isola, e si ritrovano in circa otto minuti di cammino da Lacco
sul pendio orientale di un colle di pomici e frammenti di lava fra Monte Vico, e la Valle di S. Montano. Consistono in quattro stanzette con quanto può bisognare al fin di applicare il vapore a ciascuna parte del corpo.
La temperatura di queste stufe è di 46 gradi R. stando l’aria a 21. Vuolsi notare che i vapori di queste stufe
son purissimi, dappoiché non esalano alcun gas. In fatti le pareti de’ sudatorii non danno benché minimo
indizio di scomposizione, e l’acqua in cui si risolvono è identica alla più pura stillata.
(112) Si rinvengono in Testaccio - piccolo Comune messo sul dorso meridionale dell’ Isola - ed hanno ciò
di particolare sulle precedenti, che invece di pori acquosi, esalano semplicissimo calore, scevro al tutto di
umidità. La temperatura è diversa ne’ diversi crepacci, essendovene taluno in cui segna 35 e tal altri in cui
monta fino a 75.
52
Queste stufe erano rinomate per l’energia de’ loro rimedi nel mollificare le parti indurite, e fra tutti
i sudatorii dei mondo, dicea il Jasolino, meritavano il primo posto (113).
9. La stufa della Testa all’estremità del Cremato, detta così perché era sita all’estremità della lava
dell’Arso.
10. Infine venivano le stufe di San Girolamo in mezzo agli arsi macigni, e pomici del cremato, oggi
le stufe sono tramutate in una piccola Chiesetta dedicata a S. Girolamo.
Delle altre stufe, di quella del Cuotto, ha rimasta memoria il Jasolino (114).
Ma delle altre ancora ve n’erano (115).
Ulteriori informazioni