Sbarcò a Ischia dal panfilo "Sereno" quell'ometto ben vestito che non si separava mai dalla sua epica sigaretta. E da allora Lacco Ameno non fu più la stessa. Se oggi questo angolo di paradiso è un polo per il turismo termale rinomato in tutto il mondo, lo deve essenzialmente a lui, Angelo Rizzoli, per tutti "il commenda".Lacco Ameno è un tappeto di ville e palazzine dai colori sfumati che dalle verdi colline del monte Vico declinano fino al mare. Sullo sfondo l'isolotto del Fungo è un ciuffo di roccia che calamita lo sguardo. Facendo due passi per il lungomare, il passaggio dall'asfalto al basolato segnala la vicina piazza Santa Restituta
Ulteriori informazioniL’isola di Ischia è stata da sempre meta di vacanza. In passato vi si recavano nobili e uomini famosi, artisti e intellettuali di tutta Europa. Molto spesso erano ospiti in ville di Ischia di proprietà privata, oppure trovavano alloggio in caratteristici alberghi isolani che della villa extraurbana conservavano l’aspetto e la quiete. Immersi in straordinari giardini in fiore e aperti davanti a panorami marini questi alberghi – villa erano sparsi un po’ dovunque sul territorio isolano. Alcuni rimangono ancora oggi, di altri invece ne abbiamo soltanto un ricordo. E’ questo il caso della Villa alla Pannella di Lacco Ameno
Ulteriori informazioniEtimologia I Greci chiamarono la loro colonia sull'isola Pithekoussai (Πιθηκοῦσσαι), da cui derivò la denominazione latina Pithecusa. La denominazione ha etimologia incerta. Secondo Ovidio (Metamorfosi 14.92) e lo storico alessandrino Senagora, il nome deriverebbe da pithekos, scimmia, e alluderebbe al mito dei Cercopi, abitanti delle isole flegree trasformati da Zeus in cercopitechi. Più verosimile l'interpretazione di Plinio il Vecchio (Nat. Hist. 111, 6.82), che fa invece derivare il nome da pythos, anfora, teoria suffragata da ritrovamenti archeologici che testimoniano la produzione greco-italica di ceramiche (e in particolare di anfore da vino) nell'isola e nel golfo di Napoli.[2] È stato anche proposto che il nome descriva una caratteristica dell'isola, ricca di pinete. “Pitueois” (ricco di pini), “pituis” (pigna), “pissa, pitta” (resina) appaiono termini descrittivi dai quali potrebbe derivare Pithekoussai, che significherebbe dunque “isola della resina”, una importante sostanza usata, tra l'altro, per rendere impermeabili i vasi vinari.[3] La denominazione Aenaria, pure utilizzata dai Latini, è legata alle officine metallurgiche (da aenus, metallo) localizzate sulla costa orientale, sotto il castello.
Ulteriori informazioniNegli anni '70 ci si divertiva con poco, era il periodo delle radio private, ad Ischia ne spuntarono alcune nell'ombra di Radio Ischia. Dalle trasmissioni radiofoniche a volte venivano fuori spettacoli teatrali e se questi riguardavano trasmissioni per bambini, il successo era assicurato. Nella foto Mago G al festival dello zecchino isolano svoltosi al cine teatro Excelsior di Ischia. La bambina che viene amorevolmente avvicinata da Geppino Cuomo, allora in veste di Mago G è la splendida Annalisa Nicotra, che a distanza di oltre 50, conserva lo stesso sorriso di allora.
Ulteriori informazioniDurante la guerra di successione spagnola, Napoli, quindi Ischia, passò sotto il governo austriaco e nel 1734 sotto quello borbonico con Carlo III. Durante la Repubblica Partenopea, nel marzo 1799, anche Ischia innalzò "l’albero della libertà"; ma già ai primi di aprile, la flotta inglese sbarcò sull’isola per punire gli insorti, dei quali molti finirono nelle prigioni di Sant’Elmo, altri sul patibolo, altri in esilio. Nel 1806, il Regno di Napoli fu dato a Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone I, e nel febbraio dello stesso anno i Francesi occuparono l’isola d’Ischia e vi installarono presidi per rispondere agli attacchi della flotta inglese. I Francesi iniziarono una politica di riforme: abolizione della feudalità, riforma dell’anagrafe e dello stato civile, riforme nella giustizia amministrativa e giudiziaria, riforma del sistema tributario.
Ulteriori informazioniNel 1800 le truppe di Napoleone cacciano gli austriaci ed ad Ischia si insedia un governo francese che provvede ad erigere nuove fortificazioni e postazioni d’artiglieria, a Forio, a Sant’Angelo, a Castiglione ed a Lacco Ameno, per respingere gli alleati inglesi e borbonici. La dominazione francese termina nel 1815 ed Ischia ritorna sotto i Borboni: l’isola è sconvolta da un grave terremoto e poi da un’epidemia di colera. Durante il Risorgimento il Castello Aragonese diventa la prigione dei patrioti e Garibaldi vi insedia al governo il maggiore Alberto Mario di Lendinara, successivamente nel 1862 Ischia viene ufficialmente aggregata alla provincia di Napoli, città del Regno D’Italia. Risale a questo periodo l’istituzione nell’isola di nuove scuole pubbliche per entrambi i sessi, la riordinazione dell’amministrazione pubblica e lo sviluppo del turismo legato alle acque termali. Altri due fortissimi terremoti scuotono l’isola, nel 1881 e nel 1883, mentre tra il 1880 ed il 1888 si sviluppano le prime case vinicole, che ancora oggi producono ed esportano eccellenti vini in tutto il mondo. Agli inizi del ‘900 molti giovani emigrano negli Stati Uniti, soprattutto a New York ed in California, dove ancora oggi vi è una folta comunità di emigranti ischitani.
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