Sbarcò a Ischia dal panfilo "Sereno" quell'ometto ben vestito che non si separava mai dalla sua epica sigaretta. E da allora Lacco Ameno non fu più la stessa. Se oggi questo angolo di paradiso è un polo per il turismo termale rinomato in tutto il mondo, lo deve essenzialmente a lui, Angelo Rizzoli, per tutti "il commenda".Lacco Ameno è un tappeto di ville e palazzine dai colori sfumati che dalle verdi colline del monte Vico declinano fino al mare. Sullo sfondo l'isolotto del Fungo è un ciuffo di roccia che calamita lo sguardo. Facendo due passi per il lungomare, il passaggio dall'asfalto al basolato segnala la vicina piazza Santa Restituta
Ulteriori informazionil'isola d'Ischia è colpita da un terribile terremoto nel comune di casamicciola che fece oltre duemila morti. La cosa particolare è che solo la zona di casamicciola fu colpita, e limitrofamente anche un pò laco ameno e Forio, ma il comune d'Ischia no. Questoeprchè nel sottosuolo, fra Ischia e casamicciola c'è una spaccatura enlla faglia che li rende completamente indipendente lì'una dall'altra.
Ulteriori informazioniLa denominazione più antica di Ischia fu Arime, chiamata cosi da Omero. I poeti romani di epoca augustea le imposero il nome di Inarime, mentre altri la chiamarono Aenaria. Il nome odierno sembra invece derivare dall’evoluzione del latino Insula. I mutamenti naturali cui Ischia andò soggetta nel corso dei secoli, furono a loro volta, più numerosi dei cambiamenti del nome. La storia di quella che si è resa celebre con come l’ “isola verde“, risulta infatti costantemente scandita da terremoti ed eruzioni. Ischia costituisce la parte emersa di un campo vulcanico formato dal Monte Epomeo (788m), che occupa ancora oggi gran parte del suo territorio, e da numerosi centri eruttivi, non sempre riconoscibili in quanto distrutti o ricoperti da successive eruzioni. Recenti studi geologici consentono di tracciare con precisione una mappa cronologica dell’attività vulcanica isolana, che iniziata oltre 130.000 anni fa, si protrasse, in un alternarsi di fasi di quiescenza e periodi di grandi turbolenza, fino a tempi storici, con profonde ripercussioni sulla morfologia e sulla vita dell’isola. L’esame di numerosi reperti conferma la presenza dell’uomo nell’area del comune di Lacco Ameno fin dall’Età del Bronzo. Frammenti di ceramica di età micenea, databili a un periodo compreso tra il XV ed il XIV secolo a.C., sono stati ritrovati invece nella fascia costiera tra Ischia Porto e Casamicciola, e precisamente sulla Collina di Castiglione.
Ulteriori informazioniNegli anni '70 ci si divertiva con poco, era il periodo delle radio private, ad Ischia ne spuntarono alcune nell'ombra di Radio Ischia. Dalle trasmissioni radiofoniche a volte venivano fuori spettacoli teatrali e se questi riguardavano trasmissioni per bambini, il successo era assicurato. Nella foto Mago G al festival dello zecchino isolano svoltosi al cine teatro Excelsior di Ischia. La bambina che viene amorevolmente avvicinata da Geppino Cuomo, allora in veste di Mago G è la splendida Annalisa Nicotra, che a distanza di oltre 50, conserva lo stesso sorriso di allora.
Ulteriori informazioniDalla forma approssimativa di un trapezio, l'isola dista all'incirca 18 miglia marine da Napoli, è larga 10 km da est a ovest e 7 da nord a sud, ha una linea costiera di 43 km e una superficie di circa 46,3 km². Il rilievo più elevato è rappresentato dal monte Epomeo, alto 788 metri e situato nel centro dell'isola. Quest'ultimo è un horst, vulcano tettonico, ossia un blocco di crosta terrestre che si è sollevato rispetto a quella circostante a causa della spinta magmatica (horst è un termine tedesco che vuol dire "scoglio"). Erroneamente si pensa al monte Epomeo come a un vulcano, sebbene non abbia alcuna caratteristica vulcanica. Il vulcanismo insulare, infatti, è particolarmente diffuso in corrispondenza delle fratture che bordano l'horst, ossia il monte Epomeo.
Ulteriori informazioniecondo Giorgio Buchner, l’archeologo che con i suoi scavi nella necropoli di San Montano (Lacco Ameno) ha rivoluzionato gli studi sulla Magna Grecia, Ischia fu scelta come base mercantile per i commerci con la poco distante isola d’Elba, anche se, non appena si accorsero della fertilità del suolo vulcanico, gli euboici non esitarono a trasferirvi le coltivazioni della vite e dell’olivo fino ad allora, parliamo dell’VIII secolo a.C., sconosciute nel Mediterraneo occidentale. Un secolo dopo la loro venuta i Greci preferirono trasferirsi nel vicino sito di Cuma scoraggiati dall’instabilità sismica e vulcanica della più grande delle isole flegree. Ed eguale sorte toccò trecento anni dopo anche ai Siracusani di Gerone I, cui proprio i Cumani avevano donato l’isola d’Ischia per ringraziarlo dell’aiuto ricevuto nella guerra, vinta, contro i Tirreni.
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