RICCARDO BIANCARDI, UN GIOVANE CHE FA RICREDERE SUI GIOVANI

RICCARDO bIANCARDI, MATURATO DA POCO AL LlICEO SCIENTIFICO DI ISCHIA, PARTE EPR MILANO PER PROSEGUIRE GLI STUDI ED ESPRIME I SUOI SENTIMENTI IN UNA LIRICA DEGNA DEL GIOVANE LEOPARDI. E' LA CONFERMA CHE FRA I GIOVANI ISCHITANI CI SONO ANCORA ELEMENTI CHE EMERGONO PER GARANTIRE UN FUTURO VIVIBILE. LA LIRICA E' SENZA NOME, MA POTREMMO DARCI OGNUNO IL PRORPIO TITOLO, AD ESEMPIO: ISCHIA OPPURE NOSTALGIA- OPPURE SENSAZIONI- OPPURE, OPPURE..... Al tatto del ferro - esposto - corrisponde un odore - nuovo - e non sa di ginestra. - La vista sagoma - un mondo diverso, - pieno di croste e di - cemento. - Ah quanto ci fosti cara - Ischia dalla terra - squadra - e scevra di pentito - sentimento, - carica di un amore - vero - che pareva eterno. - Solo la colorata federa - saprà dire - a quanto ammonta il - saldo in lacrime, - quanto costa andare - via, - quanto costa lasciare - un corpo esanime.- Quanto si paga cara la - vita,- quanto paga la dura- ambizione, - e se tornando,- con la stessa - meraviglia, ti guarderò cuocere - sotto lo stesso primo -sole. Or che ti guardo - ancora - mi illudo di restarti - accanto, e invece sola ti lascio,- perpetua ed esposta - al continuo calpestio - di chi ti vede e non ti - guarda.- E il dí che questa terra - dolente sopporterà ancora - il peso della mia - impronta, mi perdonerà questa - dimora di arbusti e - sognatori? Ti ritroverò - perigliosa e guata - e come oggi - carica di afa.- Spero solo che tu - possa aiutarmi e - e aspettarmi sempre, casa. Peccato che la bellezza della poesia nell'impaginazione non rende molto bene, ma il rigo è spezzato dal trattino, chi volesse può riscriverla e gustarla passo dopo passo.

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"«Qui Fm 101,500 Mhz, prove tecniche di trasmssione»" così esordi' dai microfoni di Radio Ischia Beppi Banfi l'11 marzo del 1976, 48 anni fa. E nacque Radio Ischia.

BEPPI Ha ricordi indelebili, tanti flash:"iniziai a fare il programma notturno “diamoci del tu nel cuore della notte” e ho continuato per 18 anni, tutte le sere tranne il giovedì che mi sostituiva mia sorella insieme con Marco Cecchi. Un successo incredbile». e poi co tristezza ricorda ancora:"Le cose troppo belle, però, come spesso accade, finiscono e 30 anni fa Radio Ischia chiuse le trasmissioni. «Nel 1994 – è ancora Beppi a parlare – Berlusconi ebbe l’idea di mettersi in politica, aveva appena preso le televisioni di tutta Italia e i politici, per colpirlo, fecero una legge che prevedeva il piano delle frequenze. Noi eravamo tutti in regola, nel ’91, con la legge Mammì, presentammo una serie di documentazioni che ci richiesero nel ‘93. I miei consiglieri mi dissero di non presentare niente; erano increduli che il decreto potesse passare e invece, passò. Nel novembre ‘93 il decreto divenne legge e la radio venne chiusa.Alcuni dei dj di oggi iniziarono da quelle due stanze di via Alfredo De Luca come Pier e Gianni Di Meglio, l’indimenticato Pino Castiglione, così come le voci di Luca Scotti, di Amedeo Romano, Antonella Buono, la seguitissima Maria Scendiletto e ancora Massimo Venia, Mino Ferrandino, Geppino Cuomo, Ciriaco Rossetti e tantissimi altri che fecero la storia di Radio Ischia e che, con immensa nostalgia, oggi la ricordano sul social network. “Oggi é il compleanno di Radio Ischia – scrive Beppi Banfi sul suo profilo Facebook – ma è anche la commemorazione della stessa, infatti sono 23 anni che lo stato italiota alla faccia della propria Costituzione (Art. 21) ha inflitto la pena di morte ad uno dei migliori organi di informazione della Campania, una Radio che nel suo mondo ha fatto storia anticipando di molti lustri anche la programmazione della RAI.Nel formulare gli auguri alla mia, alla nostra mitica Radio non posso non ricordare chi non c’è più, dal primo direttore e radiocronista Franco Postiglione, Giampiero Escoffier, Pino Castiglione e centinaia di ascoltatori che con la loro presenza hanno caratterizzato lo stile di RADIO ISCHIA." (da un'intervista di Isabella Puca di alcuni anni fa) "

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AD ISCHIA IL 17 NON PORTA MALE, RICORRELA FESTA DELLA SANTA PATRONA DELL'ISOLA, SANTA RESTITUTA

Santa Restituta, vergine e martire africana, secondo alcune fonti era originaria di Cartagine, secondo altre di Tenizia, cioè l’attuale Biserta in Tunisia: questa sorge sulla costa prospiciente lo stretto di Sicilia, ed era già nel III secolo illustre sede episcopale presso Cartagine. Restituta, formatasi alla scuola di San Cipriano, vescovo di Cartagine, fece parte del gruppo dei martiri Abitinesi, descritto nella “Passio SS. Dativi, Saturnini et aliorum”, redatta da Pio Franchi Dei Cavalieri. Durante la decima persecuzione anticristiana, ordinata dall’Imperatore Diocleziano nel 304, un folto numero di cristiani, , continuarono a radunarsi nella città di Abitina in casa di Ottavio Felice, per celebrarvi il rito eucaristico, detto “dominicum”, sotto la guida del Sacerdote Saturnino. Una cinquantina di loro venne sorpresa dai soldati romani: furono arrestati, interrogati e quindi trascinati in catene a Cartagine. Il 12 febbraio del 304 subirono l’interrogatorio rituale alla presenza del proconsole Anulino e, riconfermata la loro fede nonostante le torture, vennero condannati a morte: fra loro c’era anche Restituta. Mancano dati storici precisi sul luogo e il tempo del suo martirio. Tardive “Passiones” medioevali hanno completato gli scarsi dati storici citati: quella che ci riguarda più da vicino e che si è tramandata fino ai giorni nostri, è quella dell’agiografo Pietro Suddiacono, risalente al X secolo, che descrive il processo, la condanna e il martirio della Santa che, stremata dalle torture, fu posta su di una barca carica di stoppa, intrisa di resina e pece; quando questa fu portata al largo dai carnefici e data alle fiamme, la Santa rimase illesa, mentre il fuoco annientò l’altra imbarcazione con i suoi occupanti. Restituta ringraziò il Signore e invocò che un Angelo la accompagnasse durante la traversata: esaudita, riconoscente domandò di accedere alla pace eterna e serenamente spirò. Una tradizione ultramillenaria narra ancora che la barca, guidata dall’Angelo e trascinata dal vento dell’Africa approdò all’isola Aenaria, oggi Ischia, situata di fronte al golfo di Napoli, toccando terra nella località detta “ad ripas”, oggi San Montano. Viveva in quel luogo una matrona cristiana di nome Lucina: avvertita in sogno dall’Angelo, si recò sulla spiaggia, dove trovò l’imbarcazione arenata e in essa il corpo intatto e splendente di Restituta. Radunata la popolazione, venne data solenne sepoltura alla Martire nel luogo detto Eraclius, alle falde dell’attuale Monte Vico in Lacco Ameno, dove sono conservati i ruderi di una basilica paleocristiana, e dove sorge oggi un Santuario dedicato alla Santa. Il viaggio leggendario ha ispirato il poeta francese A. de Lamartine, che compose nel 1842 “ Le lis du golfe de Santa Restituta dans l’ìle d’Ischia.”

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